- Salve, sono un comico.
- E' sicuro?
- Abbastanza.
- E mica si può essere sicuri di essere comici, deve far ridere innanzitutto.
- Cosa?
- Si, deve dire battute, fare faccette, suscitare ilarità.
- No mi scusi, proprio non la seguo.
- Come non mi segue? Mi ascolti: il comico è quello che fa ridere, no?
- Si, credo di si.
- Ecco, quindi se lei mi dice che fa il comico allora mi deve dimostrare che sa far ridere!
- Ah si?
- E certo! Mica può venire a presentare un'autocertificazione.
- Perché ha messo l'apostrofo prima di "autocertificazione"?
- Come perché? E' così che si dice! E poi scusi, questo apostrofo l'ha visto o l'ha sentito? Come fa ad essere sicuro che c'era?
- Sono sicuro ci fosse.
- E perché?
- Semplice, mi sono fidato del fatto che lei parli in un italiano corretto.
- Davvero si è fidato?
- Si. Per questo pensavo che si sarebbe fidato di me quando le ho detto di essere un comico. Così ci si comporta tra gentiluomini.
- Ma no aspetti, le chiedo scusa. In effetti guardandola bene ora ci credo che lei sia un comico.
- Ecco, mi spiace, ma si sta sbagliando di nuovo. Lei mi ha tolto la voglia di sorridere. Ed io oramai ho smesso di essere comico. Addio.
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