lunedì 2 aprile 2012

La fine di una dipendenza storica


Stasera mi hanno raccontato una storia.
C'era una macchina che saliva su un marciapiede, fino a quando non ha sbattuto contro un palo, ed il palo si è spezzato in due cadendo su una cabina telefonica. E nella cabina non c'era nessuno, ché se ci fosse stato sarebbe morto. Ed io di storie di morti non voglio più scrivere.
Voglio scrivere di Mariasole, che a telefonare in cabina non ci va più da anni, da quando è arrivata in Italia. Ha comprato un cellulare con i soldi del suo primo stipendio da badante, un cellulare scarno e vecchio, come le anziane a cui teneva compagnia. Mariasole quei soldi non li ha mai rubati, a metterli nella sua borsa è stato il figlio della signora Lucia, che Mariasole ha provato a corteggiarla, invano; e quando il corteggiamento è andato male, allora lui ha pensato bene di rovinarle la vita.
Brutta storia. L'infatuazione che diventa stolta ossessione e vile vendetta. Ma l'amore non ricambiato esiste davvero, e non è certo questo. E' quello di Samir, a fari spenti fuori dal suo villaggio per andare a vedere lo spettacolo di Nadia, sua compagna di classe, che fa danza classica, come la madre voleva che volesse. E a Samir quanto piace osservare le gambe di Nadia che si incontrano quasi a formare una "P". Piroette, una, due, tre, instancabili. Almeno per Samir, perché Nadia invece è stanca. Non di essere squadrata da Samir, che forse neanche ha notato, ma stanca di essere quella che non ha mai chiesto d'essere. Tutta tesa, sempre tirata, ma mamma lo sa che si soffre in silenzio. Si scambiano sguardi imploranti lei e Nadia: "Fallo per me!", le chiede la bambina. "No, fallo tu per me!..", risponde la mamma, come se avesse una bocca in mezzo a quegli occhi che simulano tranquillità.
Lei, Luisa, ha un mondo pieno di sogni spezzati come sillabe mandate a capo. Una sola figlia, Nadia, invece delle tante che avrebbe voluto. La doppia ferita di essersi affrancata dalla famiglia solo grazie al matrimonio, le turbe su quanti anni dimostra una donna sposata che non ride, il senso di fondamentale disinteresse per chi le sta attorno. E poi io, che parlo di lei senza pietà, approfittando del suo dolore soltanto per un altro capoverso.
Ovvero per un'altra storia, come quella che mi hanno raccontato stasera. La storia di un uomo che raccontava storie. E che a un certo punto ha smesso.



Nessun commento: