martedì 22 aprile 2014

Cesso di vivere


È rimasto il cesso l'unico vero luogo per ritrovare se stessi. Qui, l'uomo spinge stronzi e riflessioni allo stesso ritmo e nella stessa identica posizione.
Qui, dove un tempo mi nascondevo per la masturbazione, ora cerco rifugio per scrivere, leggere, pensare o semplicemente stare da solo.
Qui, le ore e i minuti si annullano, sciolti nella convenzione per cui una cacata non ha una durata prestabilita, proprio come le relazioni di coppia; e se nel primo caso la fine dell'atto coincide con il livello massimo di sforzo e soddisfazione, nel secondo invece sono proprio queste due assenze a motivare il capolinea dell'esperienza.
Qui, nel bagno, basta il rumore di un rubinetto aperto per simulare impegno e assicurarsi comprensione, nessuno verrà mai a dubitare della sacralità del vostro isolamento; nello stesso modo in un rapporto si lasciano scorrere beghe familiari e lavorative per garantirsi quell'ora o minuto in più di assenza giustificata, così da guadagnare lo status di "rifugiato morale" che dà diritto a lasciare momentaneamente i confini della propria realtà senza venire considerato, per questo, un evaso. Un bastardo.
Qui, nessuno avrà mai piena certezza sulla costanza o meno del vostro uso del bidet; potranno ironizzare in tanti e lanciare accuse in altrettanti, ma tutti sanno che siete solo voi i custodi ultimi del segreto dell'igiene intima. Per lo stesso processo, nella coppia si può finire imputati, spesso svariate volte nello stesso minuto e dalla stessa persona, di essere troppo o troppo poco innamorati, eccessivamente coinvolti o definitivamente distaccati. Tutto ciò, naturalmente, sempre con prove arbitrarie e deduzioni casuali o illogiche; ma, in realtà, i rancori e le miserie e le botte d'adrenalina che avete provato per qualcuno, le avete sentite soltanto voi, e nessun'altro. Di questo state certi.
Qui, ci sono rimasto abbastanza da poter capire che la vita, là fuori, non è poi tanto meglio ma nemmeno tanto peggio; e che in fondo anche nel cesso l'odore non è sempre quello della merda.

lunedì 7 aprile 2014

La mia ultima fissazione


Arriva un momento in cui ti sembra davvero di esserci nato su quei gradoni.
La differenza fra il cemento e la placenta si sfalda sotto i colpi di riflessioni divelte dalla realtà, mondi inconciliabili si confondono frantumando dettagli tecnici, l'inconsistenza si fa materia e ti abbraccia facendo vibrare corde vocali diretta emanazione della volontà comunicativa dell'aldilà, tanto feroci e sporche nell'aspetto quanto vive e spirituali nell'esecuzione, della cui verità è impossibile dubitare, molto più che di un coro di angeli.

Davvero vorrei sapervi disegnare i contorni di questa fissazione, di spiegarvi che nasce col calcio eppure col calcio non c'entra niente; che le sconfitte la irrobustiscono più delle vittorie proprio come le malattie esantematiche rinforzano il bambino; che il rosso e il nero insieme mi ipnotizzano, e qualsiasi oggetto, scritta o immagine li contenga diventa per me irresistibile fonte di interesse e distrazione; che quando tifo mi sento un uomo migliore.

Questa fede è la mia dote, un'attitudine che sconfina in qualsiasi cosa faccia e decida. Ogni partita è una riga d'orgoglio, fa curriculum davanti a me stesso esaminatore, fotte l'idea atavica dei governanti di distruggere tutto ciò che non si riveli degno di essere venduto.
Tipo l'amore per una squadra perennemente rimpallata tra la provincia della grande ribalta e quella dell'anonimato, scoprendo che in fondo non ha nemmeno tutta questa importanza. Soltanto, forse, potrebbe essere tutto un po' più bello, com'è sempre nella vita.

Io non uso le vittorie per approfittare di essere foggiano; però, dopo tante sconfitte condivise col silenzio, ho aspettato di vincere prima di scrivere due righe di ringraziamento al destino che ha voluto regalarmi una passione per cui molti dovrebbero invidiarmi.
Il perché non ve lo so rappresentare chiaramente, ma se vedete che ora è, e quante parole sto usando per raccontare ciò che il televideo risolve in un numero e 6 lettere, qualche idea potete farvela da soli.
Io so soltanto che sono un tifoso del Foggia. E questa è la mia ultima fissazione, o forse la prima.