Accoccolato ad ascoltare i rumori del suo cuscino; con gli occhi chiusi ed il cervello aperto, laboratorio che non hai mai ferie, non va in vacanza e non conosce soste.
Così Zagaria si teneva aggrappato alla vita, senza piangere o ridere, stringere i denti o sbraitare, protetto solo da una coperta di lana, verde al colore dell'erba più fresca.
Notte di inganni e di cieli stellati, notte di orgoglio e di falsi dei, notte di fate ignoranti e perverse. Notte repressa, notte sperata.
Ma Zagaria ha una buona trovata: nel suo rifugio, un pigiama pesante, digita i tasti di un sogno migliore. Con l'occhio alla luna, e un occhio al suo cuore, indaga silenzi lanciando i perché:
- Perché nuvoloni? Perché grigio e blu? Perché non l'azzurro? Rispondimi, su.
- Vuoi che non piova domani?! Figuriamoci, domani pioverà eccome.
Sulle scarpe e nelle scarpe, sopra i tetti e sotto i tetti, contro il muro e dentro i muri.
Pioverà che dio la manda, pioverà pure in veranda. Pioverà di pioggia a tempo, di folate di acqua e vento.
- Dimmi tutto ciò che resta, e dove mettere la testa. Dammi un'altra previsione, dammi il cielo, dammi un nome!
- Zagaria non t'affannare, non potrai coprire il mare. Ogni limite è un momento, come il verso, come il senso, come ciò che dice destra quando il sole è ormai a sinistra.
Come questo giorno strano dove sono tutti in tiro: cambia l'anno non l'emiro, cambia il mese non il re.
- Si concedo, mio Silenzio, che una data sia un arredo, ma non chiedo cambiamenti, voglio solo che mi dica che sarà della mia vita: porta pioggia, porta vento, neve, grandine o maltempo.
Resto sveglio o dormo piano? Cambia lato, cambio letto, pancia sopra o faccia in giù?
- Di domande è pieno il mondo, di risposte la tua testa.
Zagaria stanotte basta con quesiti, verbi e punti. Vedi il fondo di ogni cosa, ma di notte si riposa.
Ruba spazio alla speranza, lascia il mondo e la coscienza; datti il tempo di tardare, la distanza per cadere; fai che tutto sia umidiccio.
E la pioggia, sul bagnato, non sarà mai più un impiccio.
Zagaria, nel dormiveglia, non oppose resistenza. Più coatto, che convinto, al Silenzio diede campo.
Corse forte incontro al buio, fino a scivolar svenuto. Dormirà il 31 e l'uno, oltre i botti ed ogni augurio.
Così nulla cambierà, se non cambierà davvero.
Perché il sonno non ha età, come l'uomo e il suo mistero.
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