sabato 15 marzo 2014

La sottile linea gialla



Nel tempo impiegato da Gesù per morire e risorgere, io ho visto più facce che la statua della Madonna di Loreto.
In fila, copia degli zombie ordinati di un brutto film di trent'anni fa, quei volti interpretati da un vetro sporco e appannato mi hanno sfiorato come il puzzo inconsistente ma deciso di piscio agli angoli della stazione.
Cercai furiosamente, ricordo, il mio fazzoletto giallo nella tasca del cappotto. Non era sporco e ne approfittai per portarmelo agli occhi, il buio temporaneo rimise al suo posto ogni paura.
Quando lo sollevai, erano sempre tutti lì, ed io non avevo ancora smesso di negare a me stesso l'esistenza di un problema.
Furono le scarpe bucate della signora che fece per avvicinarsi con il primo numero della giornata a regalarmi la fitta decisiva tra le costole e i reni, quasi che qualcuno mi ci avesse stretto una corda tutto attorno.
Un odore fastidioso divenne nauseabondo alla scoperta che si trattava dell'alito della mia bocca lavata frettolosamente, timida e impreparata a scambiare pensieri in forma di rabbia con un'orda di inconsapevoli poveri ormai arresi al potere dell'arrangiarsi di stato.
Prima di iniziare mi accorsi di non essere pronto, sbadigliai e cominciai a vomitare.
Prima di iniziare a consegnare pensioni dal mio sportello.


Nessun commento: