venerdì 22 giugno 2012

La favola delle cose che non c'entrano


Il 30 giugno del 1996 Nicola e Antonietta si tenevano per mano belli e sorridenti come una bomboniera che non è in vendita, perché non si può vendere la verità e neanche la storia.
Lei aveva forse un abito viola, anzi no sono quasi sicuro fosse blu. Lui indossava un vestito grigio classico. Io avevo una camicia piena di colori che non c'entravano un cazzo l'uno con l'altro, però che bella faccia che avevo. Ridevo, ridevo sempre. Nicola e Antonietta erano fieri di me, che gli portavo la testimonianza del loro amore in maniera sudata, precisa e puntuale.
C'era caldo, il sole gonfiava la cute, i piedi delle vecchie zie, nelle scarpe alte e strette per l'occasione, urlavano pietà. Ma nessuno le cagava; sia le vecchie, che le loro scarpe. A un certo punto un piccione si è fermato davanti alla chiesa, mentre noi sulle scale si faceva tutti la foto di gruppo. Tutta la famiglia, tutti i fratelli e le sorelle, con figli e generi e nuore al seguito, ed eventuali nipoti d'ordinanza in procinto di fracassare il fracassabile.
Il piccione era lì e mi guardava, ed io lo vedevo che mi fissava, perché non guardava casualmente la famiglia, né mia cugina Roberta, né uno dei dodicimila Nicola presenti in quel momento, che se per caso fosse arrivata la polizia a cercare un Nicola C. senza conoscerlo in viso, sarebbe fuggita via in preda al panico tipico di me quando andavo a comprare le sigarette da bambino e non ricordavo mai il nome, e dovevo imparare sempre a memoria le iniziali della marca, e ricollegarle a un calciatore, o ad un parente, o a una parolaccia.
Intanto il piccione continuava a scrutarmi ed io non reggevo più quella situazione di sfida, quella messa in soggezione, quel becco puntato contro! Così uso una mano per scacciarlo, per mandarlo via. Ed ecco il patatrac: il fotografo scatta, io pure. Mi muovo, il prete (Don Tonino) allunga la mano verso di me per dirmi di star fermo, mio Zio Franco vede il prete che si agita e si gira anche lui, Zia Anna vuole tenere Zio Franco in posa e lo strattona ma con uno sguardo che è tutto tranne che una risata da foto di famiglia, Zio Mario ride, la moglie di Zio Mario ride anche lei ma gli dà una gomitata, Francesca è piccola sente trambusto si sveglia e piange, Zio Aldo cambia la posizione delle braccia per dondolarla e calmarla, Zia Anna2 solleva la mano sinistra per carezzare la piccola, Andrea fa i capricci perché è un bambino nato rompicoglioni, i miei genitori pensano alle minacce che mi dovranno presentare, Zia Carmelina non la smuove manco il terremoto, Zia Gina piange ancora per la commozione della messa.
E il piccione vola via, lanciandomi un'ultima occhiata. E ridendo.
Ci sono cascato anche stavolta, ho visto una foto e l'ho riscattata nella mia testa, come un photoshop per soli deviati. Ma ciò che conta è che Nicola e Antonietta erano sempre lì intatti, e si tenevano davvero per mano. Da cinquant'anni. Quel giorno la Germania vinse l'Europeo in finale contro la Repubblica Ceca, ascoltai la partita in macchina.
Ed è stato solo un giorno del 1996.


Nessun commento: