LA BALLATA DEGLI OCCHI STANCHI
Fiori liberati
da mani troppo sporche,
facce e letti sfatti,
aroma di caffè.
Piangono sorrisi
dopo estati morte,
sbattono le porte,
l'inverno fa da sé.
Ombre cancellate
tra cumuli di forse,
sogni in cerca di notte,
dove buio non c'è.
E luccicano strade
silenti, estranee e vuote.
C'è un gatto, non si muove;
lo fisso, e fisso me.
Nessun commento:
Posta un commento