Tre colpi di pistola, dritti al petto, e cadde a terra come un qualsiasi salame colpito al petto da tre colpi di pistola.
Solo dopo il terzo sparo l’uomo, ormai cadavere, trovò la forza per sussurrare a mezza bocca: “Cazzo, ho l’i-phone sotto carica da più di venti or..”. L’ultima lettera di quella frase non arrivò mai a pronunciarla. Morì rammaricato, scuro in volto e rosso in petto.
Il killer era ancora lì, sconvolto da quanto gli era appena capitato d’ascoltare. Rimase per qualche istante senza parole, poi fissò con sdegno la sua vittima e tutto d’un fiato, come si stesse preparando ad una seconda raffica di spari, sentenziò: “ecco perché sei morto, perché eri cretino”. Poi, dopo essersi voltato per tornare alla macchina, aggiunse: “Ma come cazzo si fa a lasciare l’i-phone sotto carica per più di venti ore?! Che imbecille..”
Il killer era ancora lì, sconvolto da quanto gli era appena capitato d’ascoltare. Rimase per qualche istante senza parole, poi fissò con sdegno la sua vittima e tutto d’un fiato, come si stesse preparando ad una seconda raffica di spari, sentenziò: “ecco perché sei morto, perché eri cretino”. Poi, dopo essersi voltato per tornare alla macchina, aggiunse: “Ma come cazzo si fa a lasciare l’i-phone sotto carica per più di venti ore?! Che imbecille..”
Il killer fece allora per tornare alla sua macchina, ma venne insospettito da rumori sospetti (altrimenti non si sarebbe insospettito). Si avvicinò al mezzo, scegliendo di girare dal lato opposto a quello del guidatore, e accanto alla ruota posteriore destra trovò un uomo, accovacciato tipo cane in procinto di pisciare, tutto tremante e impaurito. E alla vista del killer due gocce giallastre parvero uscirgli davvero da una gamba del pantalone. Il perché è chiaro: trattasi di testimone oculare dell’omicidio. Lo capì subito anche il killer, che con austera durezza suggerì al pover uomo: “poiché sono certo che tu abbia visto poco o nulla di quanto successo prima, non è che per caso hai avuto l’infelice idea di fotografare, o peggio ancora di filmare qualcosa che possa riguardarmi?”
L’uomo pisciato negò, tenendo però sempre la testa bassa. Il killer dovette insistere: “sta attento a come rispondi, guarda che sei ancora in tempo a tirar fuori qualsiasi cosa possa essermi d’aiuto. Ma fra un po’ queste tempo scadrà, e ciò che potrei farti ora è davvero nulla in confronto a quello che dopo ti farò, sicuramente, in caso di sorpresa spiacevole!..”
L’uomo pisciato negò, tenendo però sempre la testa bassa. Il killer dovette insistere: “sta attento a come rispondi, guarda che sei ancora in tempo a tirar fuori qualsiasi cosa possa essermi d’aiuto. Ma fra un po’ queste tempo scadrà, e ciò che potrei farti ora è davvero nulla in confronto a quello che dopo ti farò, sicuramente, in caso di sorpresa spiacevole!..”
Spaventato dall’ennesimo avvertimento, il testimone infelice si mise allora una mano sulla coscienza, e nel contempo inserì l’altra in una tasca per recuperarvi un comunissimo cellulare con videocamera integrata. Caricò il menu con i vari video, selezionò l’ultimo, ne avviò la riproduzione, e passò quindi il telefono al killer, soddisfatto per aver tenuto a bada l’ennesimo impiccio. Ma ecco l’imponderabile: la maschera sorniona e ridente dell’assassino iniziò a trasformarsi in una congiuntura di espressioni corrucciate e iraconde. Il testimone oculare venne travolto da un afflato di incredulità, non capiva cosa potesse aver sbagliato nei suoi gesti, nelle sue parole, nel suo modo di porsi all’uccisore. “Cosa c’è? Che ho fatto? Ho ripreso solo la scena dell’omicidio da lontano, nient’altro ti giuro!..”, supplicò con voce stridula il disgraziato avvistatore.
Non v’era pietà negli occhi dell’assassino: prese la pistola, sempre la stessa, e senza neanche dare al tizio la possibilità di invocare una grazia, gli infilò una pallottola in mezzo agli occhi, esattamente tra le due sopracciglia. “In questo video non si vedeva una cazzo. Non sapevi che quando c’è poca luce si deve usare il flash?! Beh ora lo sai. Che imbecille..”
Non v’era pietà negli occhi dell’assassino: prese la pistola, sempre la stessa, e senza neanche dare al tizio la possibilità di invocare una grazia, gli infilò una pallottola in mezzo agli occhi, esattamente tra le due sopracciglia. “In questo video non si vedeva una cazzo. Non sapevi che quando c’è poca luce si deve usare il flash?! Beh ora lo sai. Che imbecille..”
In mano aveva ancora il suo cellulare. Allora si chinò e glielo ripose in tasca, lì dove il tizio poco prima l’aveva prelevato. Un atto gentile, se solo poco prima non l’avesse ucciso.
6 commenti:
mi piace!
Mah!Ora vuoi fare concorrenza a Jeffery Deaver?! E ke cazzo, nn potevi ispirarti a un grande filosofo e poeta contemporaneo? S. B., ti scrivo le iniziali. Cmq preferisco le barzellette di Tremonti!
troppo figo...
Gervasio dove le cazzo le trovi queste barzellette di tremonti?!?...comunque grazie a te e agli altri.
eheh...
almeno adesso ho imparato a fare le riprese al buio.
e ad uccidere testimoni oculari.
felice d'esserti stato utile.. ;-)
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