venerdì 4 luglio 2008

Crazy casting

“Salve, chiamo per l’annuncio.”
Iniziano sempre così i cercatori di camere. E d’altra parte come dovrebbero iniziare?! Chiari, sintetici, diretti ed educati. Tutte qualità che però si dissolvono nel proseguo della conversazione, e che scompaiono definitivamente al momento della visita diretta, in cui si concretizza anche l’incontro tra gli aspiranti affittuari e coloro che nella casa già ci vivono.
Ma rimaniamo per un attimo al primordiale approccio telefonico. Dopo l’introduzione, uguale più o meno per tutti, partono le prime variazioni di percorso mentale. E senti allora chiederti:

(L’altro) “Quindi...sono due le camere che affittate?!”
(Io) Si, come è scritto sull’annuncio..”
(L’altro) Ah, ok…e sono libere da settembre, si?!”
(Io) Si…si, come è scritto sull’annuncio..”
(L’altro) L’appartamento allora è vicino piazza Morlacchi?!”
(Io) Certo…come dice sempre l’annuncio..

Un bel preambolo inutile lungo una giornata per non sapere nulla di più di ciò che non sia stato già captato dall’annuncio! Perché se tu m’hai chiamato, caro il mio potenziale affittuario, significa che hai letto un annuncio e poi di conseguenza preso il relativo numero, vero!?...E allora per quale stramaledetto motivo mi chiedi cose che già sai!? Non lo sapremo mai..
Dopo questo primo contatto si inizia ad entrare pian piano nello specifico, come è logico che sia. Purtroppo però con risultati altamente scadenti:

(L’altro) “Di preciso dove si trova l’appartamento?”
(Io) “Via Baldeschi. Se non la conosci ti spiego dov’è.”
(L’altro) “Ah grazie…ma c’è l’ascensore?”
(Io) “No!..”
(L’altro) “E i mobili come sono? Nuovi?”
(Io) “Beh…non nuovissimi, ma sono più che decenti. Comunque se t’interessa ti spiego dov’è la casa così la vieni a vedere!?”

..E’ qui che si comincia a rasentare il sentiero interminabile della follia.
Innanzitutto c’è da sottolineare che se chiami per una camera nel centro storico di Perugia e ti viene in mente di chiedere se il palazzo ha l’ascensore, allora vuol dire che non sai davvero di cosa stai parlando e che Perugia la conosci quasi come io conosco di persona il Papa!... Detto ciò, vale proprio la pena che tu, potenziale affittuario non più tanto simpatico, perda due ore al telefono per farmi delle domande che non hanno nulla di produttivo, invece di farti spiegare dov’è sta cazzo di casa e venire quindi a vedere l’appartamento per avere un’idea più chiara?! Un altro dilemma epocale..

Finalmente riesco a far capire all’essere che abita l’altro capo della cornetta (generalmente donna) dove si trova la casa, e mi sento quindi a un passo dalla fine di quella maledetta telefonata. Ma prima della chiusura mi arriva l’ultima stoccata:

(Io) “Hai capito dov’è il palazzo?”
(L’altro) “Si ho capito.”
(Io) “Va bene, allora ci vediamo per le 6.”
(L’altro) “Ah si…e dove ci vediamo?”

Come sarebbe “dove ci vediamo”!?... Se ti spiego dov’è l’appartamento perché tu lo vuoi vedere, brutto affittuario virtuale dei miei stivali, allora ci vediamo a casa! Non avrai mica pensato nella tua mente bacata che sarei sceso per non farti perdere tempo a cercare il numero civico, oppure per accoglierti nel quartiere o qualche altra vaccata del genere?! Dai su..
Quando si giunge dopo tanta spasmodica attesa al fatidico incontro dal vivo, si inizia a sentire tutta quell’adrenalina e l’eccitazione tipica di chi sa che l’evento che sta per svolgersi potrà lasciare nella storia tracce indelebili di sé, perle da tramandare ai posteri come eredità di quelle che sono state le antiche forme di stupidità umana.
Da in questo momento in poi c’è solo un concetto che può definire tutto quello che succede: il caos.

Gente che va e gente che viene; poveri idioti che ti chiamano al cellulare per dirti che sono sotto al portone e non trovano il citofono (che io vorrei chiedere loro se li rincoglionisce il fatto di cercare una casa nuova, oppure se fanno questa figura da furbi ogni volta che devono andare in un posto in cui non sono mai stati prima!?..); individui persi nei meandri della scalinata per non aver capito che quando tu al citofono hai detto loro “ultimo piano”, intendevi proprio l’ultimo piano del palazzo e non l’ultimo piano tra quelli contemplati dalla loro mente o dalle loro capacità fisiche; potenziali affittuari che si presentono contemporaneamente senza che tu possa capire chi è venuto con chi, chi è venuto e perché, chi è venuto per le camere, e chi invece non è interessato alle camere ed è semplicemente un amico ospitato da qualcuno, ma non fa in tempo a spiegare la ragione della sua presenza ed è quindi costretto a sorbirsi la visita guidata di tutta la casa; una porta che rimane sempre aperta con gente che si ritrova fuori ad aspettare il proprio turno come se si trovasse da un medico qualsiasi…insomma c’è di tutto!

Ma il bello è ancora da venire, e sta tutto nel rapporto dialettico tra abitatori e “affittuandi”, anzi soprattutto nell’atteggiamento di questi e in alcune loro frasi geniali che spaccano la monotonia e l’anonimato di un semplice discorso, e che per brevità di spazi e tempi non posso riportare interamente.
Un pomeriggio una ragazza, vestita come la ballerina di un carillon tarocco, arriva col suo ragazzo dall’atteggiamento incomprensibile (di cui non dirò nulla per rispetto di quella brutta malattia che è la megalomania!..) e senza sapere né leggere e né scrivere, e forse neanche pensare, esordisce con questa perla:
Ma perché non fate dare un’imbiancata alle pareti?”
Noi avremmo anche potuto tranquillamente risponderle: “ma perché non ti fai i cazzi tuoi visto che fino a prova contraria non abiti ancora qui…e probabilmente non ci abiterai mai?!..”; però preferimmo il silenzio, che in questo caso valeva più di mille offese.

Come non parlare poi delle ragazze che si mostrano interessate, e poi ti spiazzano alla fine con frasi tipo “lo spazio comune è troppo piccolo!..”; oppure “mi spiace, ma l’armadio è piccolo ed io ho tanta roba!... Peccato perché 200€ non era male come prezzo!..”
Ma peccato lo dico io! Peccato che a nessuna viene in mente che le camere costano poco proprio perché non sono grandi come le sale di una reggia e quindi dentro non ci entra il guardaroba della regina Elisabetta!..
(Continua...)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh povero NK!

Anonimo ha detto...

pure io ero in cerca di un coinquilino..mi chiama un certo..(nn ric il nome), ingegnere sardo (che magnifica sinfonia) e sto coglione invece di chiedermi info sulla casa sta 10 min (di orologio come si suol dire) a presentarsi (nome, cognome, qualifica professionale..)e a raccontare quello che aveva fatto negli ultimi mesi tra l'irlanda e nn so quale altro posto..meno male che era sardo, così avevo la scusa x dirgli che nn lo volevo