lunedì 7 aprile 2014

La mia ultima fissazione


Arriva un momento in cui ti sembra davvero di esserci nato su quei gradoni.
La differenza fra il cemento e la placenta si sfalda sotto i colpi di riflessioni divelte dalla realtà, mondi inconciliabili si confondono frantumando dettagli tecnici, l'inconsistenza si fa materia e ti abbraccia facendo vibrare corde vocali diretta emanazione della volontà comunicativa dell'aldilà, tanto feroci e sporche nell'aspetto quanto vive e spirituali nell'esecuzione, della cui verità è impossibile dubitare, molto più che di un coro di angeli.

Davvero vorrei sapervi disegnare i contorni di questa fissazione, di spiegarvi che nasce col calcio eppure col calcio non c'entra niente; che le sconfitte la irrobustiscono più delle vittorie proprio come le malattie esantematiche rinforzano il bambino; che il rosso e il nero insieme mi ipnotizzano, e qualsiasi oggetto, scritta o immagine li contenga diventa per me irresistibile fonte di interesse e distrazione; che quando tifo mi sento un uomo migliore.

Questa fede è la mia dote, un'attitudine che sconfina in qualsiasi cosa faccia e decida. Ogni partita è una riga d'orgoglio, fa curriculum davanti a me stesso esaminatore, fotte l'idea atavica dei governanti di distruggere tutto ciò che non si riveli degno di essere venduto.
Tipo l'amore per una squadra perennemente rimpallata tra la provincia della grande ribalta e quella dell'anonimato, scoprendo che in fondo non ha nemmeno tutta questa importanza. Soltanto, forse, potrebbe essere tutto un po' più bello, com'è sempre nella vita.

Io non uso le vittorie per approfittare di essere foggiano; però, dopo tante sconfitte condivise col silenzio, ho aspettato di vincere prima di scrivere due righe di ringraziamento al destino che ha voluto regalarmi una passione per cui molti dovrebbero invidiarmi.
Il perché non ve lo so rappresentare chiaramente, ma se vedete che ora è, e quante parole sto usando per raccontare ciò che il televideo risolve in un numero e 6 lettere, qualche idea potete farvela da soli.
Io so soltanto che sono un tifoso del Foggia. E questa è la mia ultima fissazione, o forse la prima.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ho parole. Perfetta sintesi dell'impossibilitá di descrivere questa malattia