martedì 8 gennaio 2013

Il tonto alla rovescia



Voglio camminarti sul soffitto di casa. A testa in giù.
Per guardarti negli occhi con il sangue al cervello, per lasciare le mie impronte sopra di te così che alzando gli occhi tu possa guardarle come stelle di un cielo umano, imperfetto ma vicino. Vissuto.
Voglio marciare su quanto hai di più bianco, voglio sporcare l'apice della tua casa e di ogni tua giornata, voglio essere la tua fine del mondo.
Per alimentare la tua rabbia, spolverare il tuo lampadario e controllare se hai problemi di calvizie. Per essere satellite delle tue ingiurie e lasciarti così bestemmiare in santa pace, senza la minima paura del peccato.
Voglio mistificare la tua realtà vibrando al contrario nell'aria che respiri, voglio assorbire i cattivi odori e restare a godermi le scie dei profumi quando te ne vai.
Per metterti sotto pressione e farti sentire osservata, per aiutarti a scappare e poi venire a riprenderti.
Voglio distruggere le ragnatele agli angoli, le macchie più irraggiungibili ed ogni sospetto di abbandono e desolazione. Ogni segnale di resa.
Per aprire spiragli dove far passare le tue preghiere, e lucidare punti su cui far brillare i desideri.
Vorrei guardare gli occhi chiudersi, e colorare il tuo buio.
Per essere circondato dai tuoi sogni, accompagnarli, ricordarli per te e farmi da parte al risveglio.
Vorrei iniziare dove finiscono i tuoi pensieri.
Per esserci sempre, come una metà. Come il sonno e la notte.
Vorrei camminarti sul soffitto di casa. A testa in giù, per sorprenderti.
Per imitare la tua vita al contrario.
E per cadere nella tua scollatura.



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