AGOSTO
Facce divise a chilometri e coste,
e facili rime in licenza di notte,
dove due stelle stracolme di forse
puntano occhi già pieni di borse.
Come le mani, ancorate a bagagli,
fatti di pelle e cuciti di sbagli,
con dentro il peso di sedici sassi:
tutti i peccati già fatti e mai mossi.
Onde ammirate da scogli dormienti,
lucide idee sotto stupefacenti,
solchi di rive segnate marciando,
sguardi incrociati da perdere il conto.
Perso è il granello di sabbia volato,
l'eco d'un tuffo che t'ha preso il fiato;
mentre la pelle conserva quel sole
che il soffio di sera trasforma in colore.
Ritmi stremati dall'afa e dall'ozio,
disabitudine al bello ed al vizio,
rese dei conti, addii senza sconti,
aria silente e parcheggi già pronti.
Ore più lunghe di quanto si stima,
venti contrari che cambiano trama,
ciò che pretende l'Agosto è sorpresa,
ciò che concede è una nobile resa.
Nessun commento:
Posta un commento