domenica 13 marzo 2011

Il giorno che dio venne a bussarmi

Non ricordo precisamente che giorno fosse. Un giorno qualunque, come capirete. Suona il citofono. Come al solito non mi precipito a rispondere, anche perché il citofono è posto su in alto, non avrebbe senso precipitare. Poi rispondo:

 - Chi è?
 - Buongiorno, c'è Apollonio?
 - Si, ma chi è?
 - Sarei dio.
 - Beh è una bella responsabilità, non trova?
 - Glielo giuro, non sto scherzando. Sono dio!
 - Impossibile: lei ha giurato! Fino a otto anni tutti si sono impegnati a farmi due coglioni, e scusi la parola, due coglioni dicevo grandi come due televisori al plasma con la storia che dio non voleva che giurassi. Era sempre un "non si giura!", e io chiedevo come regolarmi di conseguenza, e loro non mi rispondevano, ed io a otto anni ancora non sapevo l'esistenza del verbo "garantire", altrimenti avrei mandato a fanculo a tutti. E scusi il fanculo.
 - Lei è un po' scurrile, ma fa niente, non è questo il problema.
 - Perché, c'è un problema? Lei è qui per un problema? Ma è dio o è il tecnico della caldaia? No perché sa un tecnico della caldaia qui farebbe davvero comodo. Non si offenda eh.
 - Non mi offendo, non mi offendo. Quella roba sul non giurare mi è nuova sinceramente, e comunque le ripeto per l'ultima volta, lei voglia credermi o meno, che sono dio in carne e ossa.
 - Cazzo lo sapevo che all'ultima riunione di condominio dovevo votare per il video citofono!...Sa adesso come mi sarei divertito...Senta dio, lei vuole salire, immagino?
 - Se proprio devo..
 - Come sarebbe a dire "se proprio devo"?! Cos'è, dovrei scendere io solo perché si è presentato al mio citofono come dio? E magari devo pure far presto perché ha messo la macchina in doppia fila? Le porto anche un caffè, che dice?..
 - Ma si vuole calmare, per dio!
 - Ah lei si può nominare invano?
 - E vuol vedere che ora non mi posso neanche autocitare! Si calmi per favore, le ho chiesto se fosse davvero necessario che salissi solo perché so che poi avrebbe dei problemi davanti alla sua scelta di vedere o no dal vivo dio in persona.
 - Ah perché lei è vivo?
 - Perché lei parla con i morti? Allora qui il pazzo non sono io forse..
 - Ok basta così, sennò mi esaurisco. Salga da me, sono al secondo piano, segua la scala del corridoio lungo.
 - Si si lo so..
 - Ah già lei sa tutto, lo dimenticavo. L'unica cosa che non sa è che io non è che creda proprio in dio, in lei insomma, quindi è un po' come se un astemio volesse salire a casa del signor Molinari: cosa cazzo ci va a fare, a vedere se una goccia d'acqua evapora prima di una goccia di sambuca?!
 - Infatti è per questo che sono venuto.
 - Per redimermi? No no, per l'amor di dio, che poi è il suo. Cioè si è scomodato davvero per me? Sarebbe un insulto alla sua intelligenza!
 - Ma cosa ne sa lei? Insulto, intelligenza, sambuca, quanti paroloni sprecati. Io sono dio e so quel che faccio. Ed ora salgo e glielo dimostro.

.        .        .
Si, dio stava salendo a casa mia. Avete capito bene. Penserete sia un folle, e come non darvi ragione. In quel minuto trascorso dall'ultima parola udita al citofono fino alla prima bussata al campanello, si perché dio ci impiegò quasi un minuto per un tragitto che tutti percorrono in venti secondi massimo, io non feci nulla. Non sistemai nulla in casa, dando ragione a chi da giovane mi diceva "a te non ti smuove manco il padreterno", e aspettai muto con le spalle poggiate alla porta. Suona il campanello. Poi toc-toc una prima, una seconda e una terza volta:

 - Apollonio ci sei?
 - Ehm, dio sei tu? Cioè è lei?
 - Si sono io, ma dammi pure del tu.
 - No no, meglio non scherzare su queste cose..
 - Queste cose? E quali sarebbero queste cose? Non starai mica gettandoti tra le fila di quelli che credono in un solo dio onnipotente?
 - Guardi lei sarà pure dio, ma è davvero poco simpatico. Io non è che non credo in dio. Io non credo in lei come rappresentante di tutto l'universo. Niente di meno!? Che esagerazione! Avesse detto il Molise, l'Estonia, il Galles, ma questa è troppo grossa!
 - Quindi lei non crede in me?
 - NO.
 - E se mi vedesse? Magari si convincerebbe.
 - Non scherziamo, lei qui non entra! Già non ho una grande nomea in giro, ci manca solo che qualcuno veda entrare dio in casa mia, con me padrone di casa cosciente!
 - Va bene ma mi guardi almeno dallo spioncino, così si può fare un'idea!
 - No, non la voglio guardare!
 - Sta perdendo una grande occasione, lo sa?
 - Si lo so, ma voglio restare nella mia mediocre inconsapevolezza. Voglio essere una persona normale coi suoi dubbi normali. E adesso la prego vada via!....

.        .        .
....E sentivo quel "via" rimbombare nelle mie orecchie, mischiato però ora ad altre parole, prima sommerse, poi piano piano più toniche: "Apollonio, caro, dai su svegliati, Apollonio!". E all'inizio non capivo, poi mi rendevo sempre più conto che era mia moglie: "Apollonio, svegliati caro. C'è la bambina che piange, dai falla riaddormentare che io non ne posso più.."
Così Apollonio si svegliò. Non c'era nessun citofono, nessuna porta da aprire, solo una bambina da far riaddormentare alle 4 di notte. Allora si alzò dal letto, e mentre infilava le ciabatte gli venne da sospirare: "Oh dio mio!.."
E in quel momento suonò il citofono, ma la moglie di Apollonio sembrò non accorgersene, quasi non lo sentì. Così toccò a lui alzare la cornetta del citofono:
 - Chi è?
 - Buongiorno, c'è Apollonio?
 - Si, ma chi è?
 - Sarei dio. Mi hai appena chiamato tu...


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Noto, piacevolmente, che prendi spunto dal grande Covatta. Bravo Apollonio diventerai qualcuno prima o poi ( più poi che prima dato che siamo in Italia , ahahahah)
liborio

NicKappa25 ha detto...

Liborio sull'ultima cosa che hai detto non è che ci sta tanto da ridere...e comunque io prendo spunto da tutto....anche dalla realtà....e ieri tra le varie cose della mia realtà c'è stata l'immagine di tuo padre che parcheggia proprio a cazzo!
Il prossimo post potrebbe essere su di lui....grazie della visita....e torna presto!....